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domenica 8 novembre 2009

LE GENERICHE ECCEZIONI


del Segretario dell' UDC, Cesa e del presidente Casini

L' UDC corre da sola, parola di Cesa, tranne in alcune regioni. Quali?
Tutto demandato, quindi, ai Congressi Regionali che si terranno a brevissimo sull' intero territorio nazionale che sanciranno, in piena autonomia (?) la corsa in solitaria o con alleati di destra (PDL) o di sinistra (PD).
Insomma Cesa e Casini hanno dettato la linea politica nazionale di " andare da soli " tranne che in alcune regioni; ma quali sono le regioni in cui andare da soli? e quali sono le regioni ove urge l' apparentamento? E se apparentamento ci deve essere quali sono i criteri e le direttive? programmatiche vabbeh! e poi? Non sarebbe discriminante nell' uno e nell'altro caso?
Se Cesa e Casini hanno parlato di "eccezioni" dovevano essere più chiari e notiziare l'elettorato circa i casi concreti di siffatta scelta che, peraltro, alla maggior parte dell' elettorato non suona gradita, visto che i Centristi si stanno ricostruendo una verginità accreditata in gradimento ai più se si è equidistanti dai due contenitori di contraddizioni, valori, pensieri e azioni, ovvero PDL e PD, meglio identificati come partiti bipolari assoluti.
Mi preme ricordare, sommessamente, che l' elettorato dell' UDC ripone la speranza in un rinnovamento della politica, degradata e annientata dagli ultimi accadimenti che hanno visto protagonisti esponenti dei due famigerati, implodenti, contenitori (PDL-PD) e plaudono ad un grande movimento popolare di matrice democratico-cristiana senza se e senza ma.
E i leaders che dettano direttive nazionali con ma e/o però, a mio modesto parere, non contribuisco a dare segnali di limpida strategia politica; eppure agli Stati Generali dell' UDC a Chianciano se ne sono dette di cotte e di crude sull' abominevole e malsano sistema bipolare sfociato nel più becero bipartitismo e la ferma volotà di tenere ben ferma la "barra al centro".
Mi sarei aspettata, come minimo, una fermezza ed una coerenza, nella considerazione che l'avere le mani libere ha avuto riscontri di consensi di tutto rispetto, alle passate elezioni politiche e successivamente alle elezioni elezioni provinciali, con una attestazione su scala nazionale dell' 8% e addirittura in alcuni collegi, come quello di Roccasecca, Colle San Magno, Aquino, Castrocielo e Colfelice addirittuara al 10%, nonostante l' emoraggia di big nostrani ammaliati dal Partito di Berlusconi.
Ed ora che Casini e Berlusconi, che non si erano più parlati, serenamente, anzi i toni sempre molto accesi, dal famoso atto del " predellino ", allorquando il Cavaliere diede vita, sic et sempliciter, al PDL, si sono incontrati e si sono parlati in modo sereno e cordiale, da vecchi " amici" (?) per un' ora e mezza riservando solo per 5 minuti alle elezioni regionali.
Eppure questo è un appuntamento importante per le sorti delle Regioni e dei suoi abitanti e meritava, forse, qualche minuto in più.
Abbiamo appreso, comunque, con enorme soddisfazione le affinità con il PDL in tema delle riforme istituzionali e della giustizia e di altre riforme importanti, battaglia europea pro Massimo Dalema.
Ma le elezioni regionali che dovevano essere il "piatto forte" è stato relegato ad un bicchiere d' acqua.
Mah! Quello che mi interessa sapere: La Regione Lazio è tra quelle eccezioni?
In attesa di risposta

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