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venerdì 18 marzo 2011

IL CROCIFISSO RESTA NELLE SCUOLE

IL CROCIFISSO RESTA NELLE SCUOLE così ha sentenziato  La Grande Camera della Corte Europea per i diritti dell'uomo nella causa indetta dalla Finlandese, Sig.ra Solile Lautsi, contro l' Italia, sovvertendo clamorosamente il verdetto del 2009 della CDEU

che considerava la presenza dei crocefissi "una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni", dando così, in prima battuta,  ragione alla cittadina italiana di origine finlandese che aveva sporto ricorso.
Comunque, contro tale sentenza, che non tenne nel benchè minimo conto, la cultura, le tradizioni, la storia del Popolo italiano, la sensibilità, i sentimenti di amore e rispetto, le tradizioni, i significati, insomma, che  attribuiscono al simbolo della Croce, l' Italia  produsse tempestivo ricorso  alla "Grande Chambre" della Corte europea dei diritti dell'uomo", che ha così  sentenziato, sancendo la vittoria dell' Italia": "se è vero che il crocifisso è prima di tutto un simbolo religioso, non sussistono tuttavia nella fattispecie elementi attestanti l'eventuale influenza che l'esposizione di un simbolo di questa natura sulle mura delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni. Inoltre, pur essendo comprensibile che la ricorrente possa vedere nell'esposizione del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche frequentate dai suoi figli una mancanza di rispetto da parte dello Stato del suo diritto di garantire loro un'educazione e un insegnamento conformi alle sue convinzioni filosofiche, la sua percezione personale non è sufficiente a integrare une violazione dell'articolo 2 del Protocollo n° 1" relativo al diritto all'istruzione.
Quanto a quest'ultimo punto, la Corte ricorda che ha già stabilito che, in merito al ruolo preponderante di una religione nella storia di un Paese, il fatto che, nel programma scolastico, le sia accordato uno spazio maggiore rispetto alle altre religioni non costituisce di per sé un'opera d'indottrinamento. La Corte sottolinea altresì che un crocifisso apposto su un muro è un simbolo essenzialmente passivo, la cui influenza sugli alunni non può essere paragonata a un discorso didattico o alla partecipazione ad attività religiose".
Grazie al Governo Italiano che ha difeso strenuamente le ragioni del popolo e grazie alla Corte Europea per aver emesso il giusto pronunciamento sul crocifisso nelle scuole, un simbolo che non divide, ma unisce.

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