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sabato 20 luglio 2013

I GLORIOSI AMMINISTRATORI DI ROCCASECCA

GIORGIO E I COMPAGNI DEL  PALAZZO BONCOMPAGNI, CONOSCONO BENE LE DINAMICHE DELL' INCULCARE NEL POPOLINO LE NOTIZIE FALSE E TENDENZIOSE, TENDENTI A DENIGRARE CHI SI OPPONE, CON FORZA E CORAGGIO ALLE LORO SCHIFEZZE AMMINISTRATIVE....IL BAR.....

Il povero cretino di turno, frequentatore di bar,  succube e bisognoso di leccare il «deretano»  all' amministrazione, viene ammaestrato a divulgare il «grande» pensiero dei «Potenti Amministratori».
Non solo, con abuso di potere encomiabile, hanno tartassato l' onesto Popolo Roccaseccano con l' ingiusto aumento delle Tariffe TARSU 2011 ed ora dai BAR arriva la calunnia al Comitato NOTARSU: SET STAT CAPAC D FA PAGA' LA «MUNNEZZA» .
Capito?  «PUBBLICO FLAGELLO A CHI SI E' TANTO BATTUTO PER L' EQUITA' FISCALE E LA GIUSTIZIA SOCIALE.
QUESTI SIGG.RI :Il Sindaco, Giovanni Giorgio, il vice Carmine Guerrino Torriero, e gli assessori ed i consiglieri di maggioranza, Laura Scappaticci, Alessandro Marcuccilli, Marsella Giuseppe, Claudio Rezza, Luca Parisi, Crescenzo Nota e Meta Franco hanno infierito con la TARSU 2011...
CARO POPOLINO, se cerchi i capri espiatori,  responsabili delle  DISGRAZIE TARSU,  , SONO  I VOSTRI «COMANDANTI», I VOSTRI PADRONI.
IL COMITATO HA DIFESO I VOSTRI INTERESSI E QUESTA E' IL RINGRAZIAMENTO: SET STAT CAPAC D FA PAGA' LA «MUNNEZZA» .
Chi la pensa così è solo un emerito cretino che non merita NULLA.
Cari Amministratori se il vostro sport preferito è, non lavorare per il «bene comune», ma la Calunnia, siete artisti mediatici da BAR.....Complimenti!

LA CALUNNIA E' UN VENTICELLO 
La calunnia è un venticello- un’auretta assai gentile- che insensibile sottile-leggermente dolcemente-incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra- sotto voce sibillando-va scorrendo, va ronzando.-nelle orecchie della gente-s’introduce destramente, -e le teste ed i cervelli-fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo-lo schiamazzo va crescendo:-prende forza a poco a poco,-scorre già di loco in loco,-sembra il tuono, la tempesta-che nel sen della foresta,-va fischiando, brontolando,-e ti fa d’orror gelar.
Alla fin trabocca, e scoppia,-si propaga si raddoppia e produce un’esplosione come un colpo di cannone,- un tremuoto, un temporale, un tumulto generale che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato avvilito, calpestato- sotto il pubblico flagello-per gran sorte va a crepar.

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